OLTRE LA PORTA 1
Appartamento Tempo d'incanto
La zona giorno
Varcata la soglia, un piccolo ingresso attrezzato a guardaroba (attaccapanni, scarpiera e portaombrelli) e ad angolo studio/pc immette direttamente nella zona giorno, che un duplice affaccio (la portafinestra che dà sul balcone e una grande finestra, provviste entrambe di zanzariere) inonda di luce. L’ambiente, tutto giocato sul grafico contrasto di bianco e nero, con qualche nota di celeste polvere, e riscaldato dal legno biondo di parte degli arredi, dai toni cipriati del pavimento e di alcune pareti, offre un comfort raffinato ma sobrio, di vaga ispirazione gustaviana, che ben si accorda a un soggiorno di vacanza.
La cucina e il balcone
La cucina in muratura e noce massello, separata visivamente dal living da una tenda a rullo a scomparsa e da un bancone snack attrezzato con due sgabelli per la consumazione di prime colazioni, aperitivi, merende o pasti veloci, è equipaggiata di piano cottura a sei fuochi con cappa aspirante, lavastoviglie, lavandino con scolatoio in marmo di Carrara, frigorifero, congelatore, forno elettrico ventilato con grill, forno a microonde, pensili, cassetti, vani contenitori, robot, tostapane, caffettiere, bollitore, pentole (anche a pressione) e vasellame assortiti, posateria, teleria da cucina, portabottiglie, pattumiera, prodotti per il lavaggio manuale e meccanico delle stoviglie, lampada a sospensione centrale e spot orientabile a illuminare l'angolo per la preparazione dei cibi.
Sull’antistante balconcino dal ripiano in marmo, ingentilito dalle volute della ringhiera liberty in ferro battuto e da qualche pianta fiorita, una seduta da giardino consente di sostare per uno spuntino all’aperto, un bagno di sole o semplicemente un momento di distensione, contemplando il paesaggio.
Il soggiorno
Di contro alla cucina, l’angolo dedicato al pranzo è dotato di un tavolo tondo allungabile che può ospitare fino a sei persone (sei sono infatti le sedie d’epoca a disposizione) e di un comodino fine Ottocento adibito a mobile-bar. A seguire, lo spazio conversazione-relax, dove un accogliente sofà a due posti servito da una coppia di tavolini e da una poltroncina è strategicamente collocato di fronte alla finestra, cornice a un magnifico quadro verde al cui centro si adagia l'antichissima Pieve dei Santi Stefano e Margherita. Sul muro di fondo due librerie gemelle ospitano un televisore a schermo piatto per la ricezione dei programmi satellitari e del digitale terrestre, un lettore DVD e CD, e libri di vario argomento (su richiesta degli ospiti, la proprietà può mettere a disposizione per la consultazione rari volumi, anche antichi, di storia, arte e cultura del territorio, vocabolarî dialettali, opere di scrittori della zona, pubblicazioni fotografiche sulla Lunigiana, etc.). Al calar della sera, la luce diffusa dalle tante lampade (a sospensione, a parete, da terra e da tavolo) e dalle candele posate un po’ ovunque conferisce all’ambiente un’atmosfera sognante che lo rende ancor più intimo e caldo.
Una piccola collezione di foto di dive degli anni Dieci-Venti (perlopiù attrici italiane del cinema muto) che occhieggiano dalle pareti e dai portaritratti sparsi per la stanza, due bassorilievi in gesso ritraenti fanciulle danzanti e qualche insolito oggetto a tema disposto qua e là costituiscono un omaggio, da un coté squisitamente femminile, a quella effimera Belle Époque in cui Palazzo Fiamberti vide la luce.
La zona notte
A destra dell’angolo studio, una porta a vetri si apre su un breve corridoio-galleria, ove è esposta una serie di stampe illustranti rinomate località del Golfo dei Poeti (Portovenere, La Spezia, Sarzana, Lerici), che sbocca nella Levantina, la più raccolta delle due stanze da letto dell’appartamento. A metà corridoio, tramite un arco che intende giocosamente alludere – è infatti sovrastato da una falce di luna crescente e da una stella in rilievo – a quello esibito dallo stemma arcolano (proprio all'arco, secondo un’etimologia, il borgo dovrebbe il suo nome), si accede a un piccolo disimpegno su cui insistono la sala da bagno e la camera principale, denominata Sogni d’oro. In tutta la zona notte, eccettuato il servizio, piastrellato, i pavimenti sono in parquet.
La camera Sogni d'oro
Muovere «quattro passi fra le nuvole»: questa, prendendo a prestito il titolo di un vecchio film, è la sensazione provata da chi entri per la prima volta in questa stanza, che, straordinariamente aprica e luminosa grazie alle grandi vetrate che si aprono su due pareti contigue, dà l’illusione, in virtù dell’altezza considerevole dell’edificio, di stare sospesa in mezzo al cielo, alle cui mutevoli tonalità alludono, per piccoli tocchi declinati nella palette del blu, dell’azzurro e del turchese, i tessuti e le suppellettili, mentre l’impalpabile consistenza delle nuvole è richiamata dall’etereo tulle dei tendaggi e delle cortine che avvolgono il ferico letto matrimoniale a baldacchino, candido come la quasi totalità degli arredi, svarianti dal bianco patinato all’avorio al sabbia. La camera trae il suo nome dall’espressione augurale ricamata sulla federa di corredo, pregevole manufatto eseguito dalla bisnonna della proprietaria all’inizio del secolo scorso, appesa a capoletto. Auspicio che la serenità e la pace di questo luogo senza tempo consentono agli ospiti di esaudire appieno: durante il giorno solo trilli di uccelli, voci di campane e il mormorio del ruscello che scorre in prossimità del palazzo incrinano di quando in quando il silenzio, mentre la notte, coricati di faccia al complesso castellano che, illuminato suggestivamente, si staglia contro il firmamento, si assapora una quiete assoluta.
La camera è dotata di un capiente armadio angolare con specchio a figura intera, di un inginocchiatoio-cassettiera sovrastato da un'immagine della Madonna degli Angeli, di una sedia, di un appendiabiti e di un servomuto, di un comodino e di una mensola, di prese per la tv e per le cuffie, di appliques gemelle e di un lampadario-ventilatore azionabile anche restando comodamente sdraiati, per rinfrescare l’aria nelle sere estive, sebbene la presenza delle zanzariere consenta, data la mitezza collinare del clima, di tenere le finestre spalancate, respirando gli effluvî notturni sprigionati dalla campagna circostante.
La camera La Levantina
Come suggerito dal suo nome, la stanza, proprio a compenso delle dimensioni esigue, è stata concepita quale spazio dedicato all’evasione e ai voli immobili della fantasia sulla rotta di remote terre favolose, in omaggio alla vocazione mercantile del Golfo (dal moderno porto della Spezia a quello leggendario, alle foci del Magra, dell’antica Luni) e ai suoi trascorsi traffici con l’Oriente. Abbandonate le tinte tenui e fresche del resto della zona notte, questo ambiente esibisce colori profondi e decisi, osando l'abbinamento del rosso e del marrone-nero, i bagliori metallici e serici, sempre pausati, tuttavia, da qualche nuance turchina, mentre il leitmotiv della stella vira qui in oro antico, cui rispondono i ramati riverberi immillati dal lampadario al centro del soffitto, a evocare esotiche atmosfere salgariane. Se la Sogni d’oro è uno scrigno immacolato, La Levantina è un piccolo forziere traboccante di tesori disparati e improbabili, oggetti etnici e trouvailles stravaganti: una sella di cammello adibita a poggiapiedi, un tappeto persiano logorato dall'uso, una lunga teoria di minuscoli specchi, un bastone cinese da passeggio in bambù, il pupo di un teatrino siciliano del primo Novecento, un vassoio balinese di cartapesta, cartoline iraniane sottovetro, il dipinto di un'artista di Singapore, vecchi ricami giapponesi in cornice e, naturalmente, carte geografiche, sui muri e sui tessuti che ricoprono i cuscini, e mappamondi di recupero. Per ricreare l’intimità opulenta di un’alcova da mille e una notte il letto-divano singolo, trasformabile in doppio con un semplice movimento, è sormontato da un ciel de lit realizzato drappeggiando uno scintillante sari indiano riccamente istoriato e impreziosito da un cumulo di eterogenei cuscini.
La camera è dotata di un appendiabiti con ganci e rastrelliera, di una cassettiera (in aggiunta ai due capaci contenitori posti alla base del letto), di un comodino, di un ventilatore a piantana, di prese per la tv e per le cuffie, di due lampade da appoggio e una a sospensione e di zanzariera alla finestra. Anche in questa stanza la posizione del letto-divano consente di godere della ravvicinatissima vista della rocca e della torre obertenga.
La sala da bagno
In questo locale l'alternanza del bianco madreperlaceo e del, predominante, azzurro, in una variegata gamma dall’indaco al cobalto al verdeacqua, se riflette ancora i colori del cielo, si ispira altresì a quelli del mare poco distante. Di proporzioni contenute, il servizio è comunque completo di tutti i sanitarî (vasca intera con paradoccia a tre ante scorrevoli, lavabo, bidet e wc sospesi) ed è provvisto di una finestrella-quadro con zanzariera fissa.
La sala da bagno è dotata di due portasciugamani, di radiatore scaldasalviette collegato all’impianto termico, di asciugacapelli, di una nicchia in muratura, di uno stipetto incassato a parete, di un mobile lavabo con cassetti, ripiani e specchiera illuminata da faretti, di una sospensione a tre spot, di un portabiancheria, di una bilancia pesapersone, di un campanello di emergenza pendente a lato della vasca, di una presa interbloccata con salvavita, di una piccola pattumiera, di accessorî per il bagno e la doccia.
Nel disimpegno antistante un armadio a muro a tutta altezza svolge funzioni di office, ospitando un angolo lavanderia-stireria attrezzato con lavatrice, prodotti per il lavaggio manuale e meccanico degli indumenti, mollette stendipanni, asse e ferro da stiro, aspirapolvere, scala-sgabello, scope e catini.